Gortosk & Dognar, Cinghiale da Guerra & Maestro d’Ascia
Brief info

Nome: Gorstok e Dognar
Classe: Combattenti (Cinghiale da Guerra & Maestro d’Ascia)
Motto
Gortosk: “Weee!!!”
Dognar: “Non uccido un uomo se non sono stato pagato: è poco professionale.”
Filosofia/Convinzioni/Allineamento dei personaggi principali:
Gortosk, in quanto animale (seppure dotato dell’intelligenza di un umano a QI basso) è abbastanza neutrale rispetto a concetti come “bene”, “male”, “caos” e “legge”, ma ha un’indole abbastanza socievole e mansueta a cose normali. È totalmente devoto alla propria famiglia, costituita da Dognar e cui si è di recente aggiunta la fata Darly. La sua filosofia è fare amicizia con più persone (e animali) possibili a patto che gli offrano del buon cibo e proteggere la propria famiglia a tutti i costi (con cui ama accucciarsi). Non mette mai in discussione ciò che gli dice Dognar e non si fida della magia come regola generale. Recentemente, una breve permanenza nell’Umbra ha generato una seconda personalità feroce e psicopatica nell’animale, che si manifesta occasionalmente, ma il cinghiale riesce a controllare questa personalità e la sta progressivamente ammansendo.
Abbastanza erudito per non affrontare qualsiasi problema con una carica a testa bassa, l’obiettivo di Dognar è perfezionare l’Arte dell’Ascia (anche se è cosciente che tale obiettivo non è effettivamente raggiungibile). Pertanto in generale è calmo, metodico e disciplinato, poiché solo coltivando tali qualità si può perfezionare un’arte marziale, dal suo punto di vista. Non ha esitazione a ferire o uccidere il prossimo se necessario (motivo per cui ha lavorato soprattutto come mercenario), ma non prova interesse per gli scontri contro avversari che non siano capaci di difendersi e non apprezza la violenza gratuita. L’avere vissuto a lungo in superficie, militando spesso in mezzo a membri di altre razze, Dognar non ha pregiudizi razziali verso il prossimo, che giudica unicamente sulla base delle capacità e delle azioni compiute, differenziandosi in questo dai più comuni canoni della propria razza. Una caratteristica invece tipicamente nanica di Dognar è la determinazione ferrea a portare sempre a termine i propri contratti e mantenere la propria parola. Dato che ha abbandonato le proprie terre in un esilio volontario, non nutre alcun sentimento nazionalista verso i domini dei nani, né particolari sentimenti di cameratismo verso i membri della propria stessa razza. Sebbene possa sembrare anaffettivo (e non faccia nulla per far credere il contrario), Dognar è profondamente affezionato a Gortosk e di recente ha adottato (sotto la definizione di “recluta”) la fata Darly. Nel corso degli anni ha avuto anche altri amici e persone per cui abbia nutrito interesse, stima e affetto, sebbene la vita nomade non gli abbia finora permesso di stabilire legami forti con altri che i due sopra citati. Come per Gortosk (ma in maniera decisamente meno manifesta), la famiglia acquisita è ciò cui Dognar tiene maggiormente e per proteggerla sarebbe pronto a qualsiasi tipo di azione o sacrificio.
STORIA
Nato in una famiglia patrizia dei regni nanici, Dognar è stato cresciuto da una famiglia estremamente possessiva. In giovane età il nano ha scoperto di possedere una passione per le armi e soprattutto per le asce, che rasentava l’ossessione, ma il padre aveva già scelto di fargli intraprendere una carriera legale (estremamente redditizia nei regni dei nani, per via del loro convoluto sistema giudiziario). Dopo pochi ed intensi anni di studio come giurista, Dognar scelse di abbandonare la propria casa, venendo diseredato ed imponendosi un esilio permanente dalle terre d’origine. Il nano decise di vagare per la valle in cerca di scontri con avversari sempre più forti per perfezionare il combattimento con ogni tipo di ascia accetta o arma dal bilanciamento e forma paragonabile (ciò che lui chiama l’Arte dell’Ascia). Per sostentarsi, Dognar si diede alle lotte clandestine e ad altre attività quale la guardia del corpo ed il mercenario. Dopo tre anni dal proprio arrivo in superficie, mentre viaggiava per le terre del nord d’inverno, Dognar rinvenne un cucciolo di cinghiale prossimo al congelamento, in mezzo ai cadaveri della famiglia che sembrava essere stata avvelenata nei pressi di uno stagno (da cui il nano decise prudentemente di non bere). Senza sapere il perché, Dognar scelse di adottare il piccolo animale e allevarlo come animale da compagnia. In verità, lo stagno conteneva massicce quantità di magia grezza che avevano sterminato i cinghiali ad eccezione del piccolo sopravvissuto (chiamato dal nano Gortosk), il quale possedeva la capacità unica ed innata di assorbire energie magiche. La magia assorbita dal cinghiale l’ha reso estremamente intelligente, longevo ed enorme (ha raggiunto le dimensioni di un rinoceronte adulto), oltre ad esaltare ulteriormente il suo senso dell’olfatto, ma oggi l’animale soffre ancora del trauma subito da cucciolo e considera la magia (di cui è in grado di sentire l’odore) come se fosse un veleno. Gortosk e Dognar hanno circolato insieme ormai per quarant’anni, durante i quali entrambi hanno affinato le proprie capacità marziali ben oltre i livelli di individui medi della propria specie. Quest’affermazione è vera soprattutto per Gortosk, dato che l’elevato intelletto gli ha consentito di apprendere tecniche di combattimento molto più complesse rispetto a quelle che normalmente possono essere apprese da un animale, ma anche Dognar ha avuto modo di affinare le proprie capacità con asce di diversa foggia, ha imparato a sfruttare Gortosk come destriero in combattimento ed ha elaborato alcune peculiari tecniche (come l’utilizzo di un’armatura che presenta varie lame ricurve per gli scontri più ravvicinati). Di recente, i viaggi del duo mercenario li hanno condotti nella città di Sindephur, dove Gortosk ha scoperto l’esistenza di squisiti scarafaggi fritti caramellati e fatto amicizia con varie persone incontrate, oltre ad una coppia di coccodrilli che sembra essersi affezionata all’animale, dopo che questi ne ha salvato le uova da un’iguana. I mercenari hanno contribuito a riunire i fratelli mulai-dran Temujin e Tuya (per la quale Dognar nutre ammirazione, dato che riconosce la sua enorme forza interiore, a dispetto dalla menomazione fisica) ed sono stati assoldati dal mago di nome Lumren. Insieme al gruppo di quest’ultimo (costituito da Ateras, Keith, Nalklyr) hanno contribuito alla caduta di Sameen Par (non prima che il nano affrontasse uno dei suoi uomini migliori nell’arena, prevalendo di stretta misura) ed sono ora giunti, dopo vari scontri ed incontri, alle porte del Tempio delle Frecce. Tuttavia l’incontro più importante fatto dai due è stato probabilmente quello con la prostituta feerica Darly che, dopo un periodo iniziale di sfiducia, è stata accolta come terzo membro della “compagnia di ventura” di Dognar (si potrebbe parlare più che altro di una famiglia acquisita). Dognar ha infatti visto un enorme potenziale nelle capacità della fata e le ha acquistato un’ascia elfica per poterla addestrare, dopo essersi confrontato ed avere preso in carico la giovane ragazza dal suo maestro. In questo periodo sia Gortosk che Dognar hanno avuto un’importante rivelazione. Gortosk ha scoperto di potere assorbire la magia innata di Darly per assumere temporaneamente poteri e forme fortemente casuali, abilità dall’ovvio enorme potenziale bellico. Sfortunatamente, durante un incidente in cui Darly ha richiamato il cinghiale attraverso l’Umbra, l’animale ha assorbito la magia del luogo che ha preso residenza permanente nella sua mente sotto forma di una vera e propria personalità secondaria che si manifesta talvolta in momento di forte stress o eccitazione per il suino. Dognar, invece ha scoperto a seguito di un allenamento con Ateras, i cui poteri da paladina di Tarastia hanno recentemente iniziato a manifestarsi, di essere privo di “anima”. All’insaputa di tutti, incluso il nano stesso, infatti Dognar è nato con la singolarità di non essere provvisto di uno spirito, un’entità fatta prettamente di materia. Sebbene questa sua natura non ha alcun impatto diretto sulla sua personalità (a differenza di quanto si potrebbe chiedere), lo rende di fatto immune a qualsiasi tipo di magia o poteri che siano diretti allo spirito ed impercettibile da un punto di vista spirituale (e non avendo mai compiuto atti talmente eclatanti da attirarne l’attenzione, è pertanto presumibilmente che l’esistenza del nano sia del tutto ignota agli stessi Dei della Valle).