Il Potere del Drago Verde

Il Potere del Drago Verde,  Syrenton, XII anno del Dominio di Linnea, Dalla Trama Le Gocce di Thaia

Autore: Mairwyn

Arrivati alla locanda ci riposammo e mangiai in silenzio con le mie compagne.

Non avevo parlato molto durante il viaggio, mi sentivo affaticata e il solo emettere voce mi debilitava.
Avevo paura di ferire le persone con il veleno della mia lingua.

Pensieri cattivi mi visitavano di tanto in tanto, pensieri invidiosi, malsani.

Ogni tanto Ateras si voltava verso di me e cercavo di sorriderle, di rassicurarla. Anche Rospit mi teneva d’occhio a modo suo.. ma quando incrociava il mio sguardo abbassava gli occhi spaventato.

Venne il tempo di congedarsi da tutti, anche dal giovane figlio di Angel, che mi sembrava così diverso e allo stesso tempo così simile al padre.

Se il Barone mi avesse vista in questo stato.. probabilmente mi avrebbe trascinata da qualche parte per suonarmele di santa ragione. Un po’ sentii la mancanza di una bella sgridata.
Nessuno osava rimproverare la Signora delle Spade Bianche, anche adesso che si sentiva così sporca.

…e come potrebbe essere altrimenti…..

Sospirai, richiudendo nuovamente la porta dietro di me e immergendomi nella vasca. Lavai il corpo a lungo,come per togliere le macchie e le ferite che mi sentivo addosso, sfregai forte fino a quando la pelle bianchissima si arrossò e fece male. E poi mi buttai sul letto, cadendo in un sonno profondo.

Un soffio, un sussurro nelle mie orecchie. Un sospiro dolcissimo e velenoso insieme mi destò sul fare dell’alba. Era ormai parte dei miei cicli vitali svegliarmi a quell’ora per i Riti dell’Aurora, ma quella mattina il risveglio era stato causato da quel soffio, ne ero certa.
Mi guardai intorno con i sensi all’erta, per assicurarmi che nessuno fosse nella stanza con me. Solo in quel momento sentii un dolore alla mano e notai una piccola ferita.

-Sarà stato durante la slavina…- pensai, ma guardando meglio il taglio era ancora aperto e sanguinante

-Strano, pare una ferita fresca.-

Il rosso del sangue mi attraeva come miele… iniziai a fissare quel colore denso, che gocciolava sulla coperta lentamente, fino ad indurmi una visione…

..e ciò che vidi fu orrendo… un massacro, provocato da una bestia millenaria, un banchetto di sangue, tutto era rosso, e nero, e morte..
Bambini, giovani donne, guerrieri e contadini sbranati, smembrati, deturpati.

E la bestia rideva, affondando le zanne.

E la bestia ero io.
Gridai con tutta la forza che avevo nel corpo per scrollarmi di dosso quelle ali verdi, quell’odore di morte… per ritornare me stessa.

Era un urlo senza voce il mio. Nessuno si era svegliato, nessuno era corso a vedere cos’era successo.

Non sapevo se esserne sollevata o preoccupata. Guardai la mano, con orrore crescente. La ferita era ancora lì, e un brandello di carne pendeva dall’unghia spezzata.

Scoppiai in un pianto disperato, correndo al lavabo e versando acqua su quelle mani colpevoli… in un altro mondo, in un’altra era io avevo ucciso….

Lo specchio restituì il riflesso di sempre, ma una nuova consapevolezza si era dischiusa nel mio petto. La consapevolezza di quel peso che avevo iniziato a portare, l’eredità del drago.

Kelian era il sussurro che mi aveva destato. Kelian la mia maledizione.

Lady Mairwyn Alqualoswen,
Signora delle Spade Bianche

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